giovedì 30 maggio 2013

Personaggio del Cuore (Lady Draculia)

 
Madame e Monsieur
adoro profondamente parlarvi dei personaggi che ho amato nel corso delle mie innumerevoli letture e, non me ne vogliate, ma temo che vi assillerò con questa rubrica :)

In ogni libro che ho letto c'è sempre stato un uomo che mi ha emozionata e del quale mi sono letteralmente innamorata, ma anche delle grandi donne che mi hanno ispirata tanto e mi hanno persino aiutata a crescere, o coppie che mi hanno fatta tanto sognare..

Oggi parliamo di Severus Piton
Chi è? Severus Piton  (Severus Snape) è un personaggio della serie di Harry Potter, nato dalla penna di J.K.Rowling.
« Aveva gli occhi neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio. »
Severus ha una personalità cinica, severa e si comporta con ostilità verso quasi tutti gli studenti di Hogwarts. Innamorato di Lily (colei che sarà poi la madre di Harry), Severus  la vede smistata dal Cappello Parlante nella casa di Grifondoro, assieme a James Potter e Sirius Black, mentre lui viene assegnato a Serpeverde. Piton cerca di integrarsi tra i Serpeverde, diventando uno studente eccezionale ed i suoi appunti in "Pozioni avanzate" ne rivelano l'acume e la capacità di inventare nuovi incantesimi, come il Sectumsempra e il Levicorpus. È in questi anni che si mostrano molte delle ambiguità del suo carattere, a partire dal tentativo di farsi accettare dai purosangue di Serpeverde, dandosi un soprannome ambiguo come "il Principe Mezzosangue".  Lily resta una sua ottima amica, difendendolo dai tormenti che regolarmente James Potter e Sirius Black, con la complicità di Peter Minus e dell'indifferenza di Remus Lupin, gli infliggono: fra questi, il principale è quello in cui Piton rischia di morire per mano di Lupin, diventato un lupo mannaro. Fu proprio Sirius a condurre Piton da Remus nella Stamberga Strillante poiché Piton era curioso di sapere dove andasse Lupin ogni notte di luna piena, ed è James a salvarlo. Un giorno però, dopo gli esami di G.U.F.O., James e Sirius riprendono a maltrattarlo e Lily, come sempre, lo difende; Piton, però, tratta la ragazza in un modo orribile, chiamandola "schifosa Mezzosangue"; a seguito di questo episodio Lily tronca ogni rapporto con lui per sempre e, al settimo anno, inizia ad uscire con James Potter che poi sposerà.


Perchè è divenuto il personaggio del cuore? La risposta è semplice: io odio Harry Potter XD A parte gli scherzi, amo Severus perchè è il personaggio più carico d'amore di tutta la storia, in lui risiede una morale molto importante: l'amore vince su tutto! L'amore per Lily gli ha permesso di mentire per anni al signore oscuro. Quello che più affascina è che Piton possiede questa maschera che lo raffigura come il cattivo, come quello che odia Harry e trama contro Silente, quando in realtà è stato sempre il contrario e ha avuto contro tutti i professori di Hogwarts perchè lo ritenevano colpevole della morte di Silente, ha dovuto combattere contro di loro....lui che era forse il più fedele "servitore" di Silente. Lui che si è macchiato le mani del sangue del più grande mago mai esistito solo per continuare a poter proteggere Harry. Lo trovo davvero il personaggio più strutturato e completo dell'intera saga. 
-Lily? Dopo tutto questo tempo?-
-Sempre.-



mercoledì 29 maggio 2013

Recensione: Ritratto di donna in Cremisi (Simona Ahrnstedt) (Lady Draculia)

Titolo: Rirtratto di donna in cremisi
Titolo originale:  Överenskommelser
Autore:  Simona Ahrnstedt
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 432
Prezzo: 16,92€


     Il mio voto


Stoccolma, 1880. È una sera di dicembre e la città è come incantata sotto una coltre di neve bianchissima. Nel foyer luccicante del Teatro dell'Opera, gremito di dame in abiti eleganti e gentiluomini dell'alta società, tra il profumo delle ciprie e l'aroma dei sigari, un uomo e una donna si incontrano. Lei è Beatrice Löwenström, dai meravigliosi capelli rosso fuoco e il viso spruzzato di lentiggini, una ragazza volitiva e ribelle che mal sopporta le rigide convenzioni borghesi degli zii con cui vive. Lui è Seth Hammerstaal, lo scapolo più discusso della capitale, con un debole per le donne belle e per le regole da infrangere. Un incontro fuggevole, eppure destinato a cambiare per sempre due vite. Perché quella sera nasce la più travolgente passione che la fredda Stoccolma abbia conosciuto: da allora le strade di Seth e Beatrice si incrociano più volte, per caso, nelle mille occasioni mondane dei salotti bene della città. Seth è incantato dall'intelligenza di Beatrice, una donna che non assomiglia a nessun'altra, e Beatrice spaventata e insieme sedotta da quest'uomo affascinante e inaffidabile, che non ha mai vissuto secondo gli schemi. Lungo le vie scivolose per la brina, dinanzi alla baia ghiacciata scintillante di luci, tra convegni notturni e passeggiate in carrozza, si consuma così un amore segreto, e per questo ancor più bruciante. Ma su Beatrice sono già stati fatti progetti e conclusi accordi che non includono né la libertà, né la felicità e tantomeno Seth..


La mia Opinione
 
"È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno scapolo in possesso di un solido patrimonio debba essere in cerca di moglie."
 Jane Austen, Orgoglio e Pregiudizio


Questo romanzo d'amore storico si apre con questa citazione, più che appropriata all'intero contesto. Siamo nella Svezia del 1800, ma in realtà potremo essere ovunque: la descrizione dell'ambientazione è scarna (in un passaggio mi a ricordato persino una delle scena iniziali di" Anna Karenina" sulla pista di pattinaggio dove Stiva incontra Kitty),  ma in compenso i tratti caratteriali dei personaggi sono approfonditi e ci danno un quadro perfetto delle personalità di ciascuno.

Ritratto di Donna in Cremisi mi ha fatta terribilmente arrabbiare e innervosire fino alla fine: i continui malintesi ed incomprensioni sono il sale della storia e dalla tiepida indifferenza iniziale, mi sono ritrovata a divorarne le pagine, per poter saziare la mia curiosità, sebbene in più di un'occasione io sia stata lì lì per abbandonarne la lettura dal rodimento di fegato XD
Abilmente scritto, il linguaggio dei personaggi è perfetto e verosimile e anche lo spaccato di una società ottocentesca che ne esce è accurato. 
I capitoli non sono mai del tutto scontati e credo che il talento di  Simona Ahrnstedt stia proprio in questo: ha saputo creare una travagliata storia d'amore senza cadere nel romanzetto  nauseabondo dei terribili Harmony (perdonate, ma io davvero non sopporto i suddetti XD).
Nel corso della storia vi sono descrizioni erotiche elegantissime (come si chiamava la tipa che ha scritto "50 sfumatire di..."? Perchè avrebbe molto da imparare e sopprattutto avrebbe di che vergognarsi: un romanzo può essere passionale ed erotico in modo superbo a differenza di quello che è uscito dalla penna di E.L.James), questo fa discostare l'autrice da zia Jane Austen, ma comprendo il perchè le sia stata accostata.

In definitiva mi è piaciuto il libro? Sì. Lo rileggerei? No. Lo consiglio? Solo per chi vuole immergersi in una storia tormentata, che farà infuriare e al contempo sognare.




WWW Wednesday: amarezze e banalità (fiefiefifi)

Bene, credo di avere toccato il fondo! I libri che vorrei recensire fra quelli che ho letto e sto tuttora leggendo quest'anno sono ben quattordici. Purtroppo essendo pignola e Miss Perfettini – come recita la mia biografia nella sezione Staff che ho finalmente aggiornato un paio di giorni fa – impiego una spaventosa quantità di energie e di giorni (settimane?) a scrivere una recensione. Essendo anche impegnata con esami, uscite ed obblighi vari, non sempre ho la serata libera, quindi sono rimasta molto indietro. Infine, perché giustamente devo sciorinare una serie infinita di scuse, ho cominciato a collaborare con questo blog solo di recente, quindi ho molto da recuperare.

Tra Aprile e Maggio ho terminato sette libri, di cui tre piuttosto deludenti, due splendidi, uno apprezzabile ed un altro molto particolare, ma cominciamo dal più recente: Il Bambino che cadde sulla Terra di Kathy Lette.

Purtroppo la Lette non ha saputo soddisfare le mie aspettative ed il suo libruncolo verrà recensito appena avrò finito di scrivere i miei pensieri su “Un vampiro tra i limoni e altre storie”, che ho trovato altrettanto deludente rispetto alle mie previsioni. Il primo l'ho trovato esageratamente farcito di umorismo forzato, talvolta fuori luogo e troppo spesso mi ha resa insofferente. Sicuramente questa è stata la mia prima ed ultima esperienza con un libro di questa autrice, venti giorni per leggere un libro di 287 pagine, dall'apparenza divertente e leggero, hanno stroncato il nostro rapporto già sul nascere. È un libro che vorrebbe rendersi divertente, ma in realtà diventa alquanto insopportabile. Dunque ritiro tutto ciò che avevo detto in merito qui e vi propongo invece un paragrafo che mi ero segnata:

Tuttavia, non avevo bisogno di essere convinta. Se avesse tentato di conquistarsi il mio affetto con le lusinghe, si sarebbe semplicemente infilato in un senso unico. Purtroppo, il mio vecchio sistema ansiogeno di allarme parentela doveva essere andato in tilt, perché sottovalutai la sua tenacia. Dire che fu ostinato si dimostrò il più grande eufemismo dai tempi in cui Bin Laden disse alle proprie mogli, nel suo nascondiglio pakistano: «Credo ci sia qualcuno alla porta».

Prima di questo ho avuto modo di venire deliziata da una scrittrice indiana, Shilpi Somaya Gowda – che tra l'altro sembra essere una persona squisita – e dal suo primo libro La figlia segreta. Una storia semplice, ma avvincente, commovente ed umana. Qui di seguito trascrivo un passaggio che mi aveva fatto riflettere su me stessa e credo che ognuno di noi abbia provato, almeno una volta, questi sentimenti:

L'acqua è insolitamente placida stamattina. Delicate increspature sulla superficie danzano con i primi raggi del mattino. Fasci di luce dorata contrastano con l'acqua cupa sotto la superficie come fili d'oro intessuti in un sari scuro. mentre scava con le dita dei piedi nel terriccio liscio e fresco sulla riva del mare, Kavita prova a immaginare come ci si deve sentire a lasciarsi trasportare nelle profondità di quest'acqua. Non avere alcun ingombro, essere libera da preoccupazioni e responsabilità di vita, libera di fluttuare, fluttuare... fluttuare e poi scomparire.

Per quanto riguarda “Il bambino rubato” (Abbie Taylor), potete trovare la recensione qui, mentre quella di “The Great Gatsby” (F. Scott Fitzgerald) – che ho riletto in vista dell'uscita del film – verrà pubblicata appena avrò messo ordine nei miei pensieri e comprenderà un paragone tra il libro e la trasposizione su schermo del regista Baz Luhrmann.

La vita segreta dei mariti di Kirsty Crawford è un libro molto frivolo, a cui non riesco a dare un vero giudizio, forse perché l'ho letto in un periodo davvero difficile e perché è un regalo. Probabilmente rimanderò la recensione di questo il più possibile e mi dedicherò invece ad altri libri la cui valutazione non mi pone alcun problema dal punto di vista sia narrativo che stilistico.

Il più particolare di tutti è stato sicuramente Molto forte incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer, può darsi che molti di voi abbiano visto il film. Se non lo ricordate o non l'avete visto, vi propongo una mini trama: Oskar è un ragazzino autistico che, in seguito alla perdita del padre nell'attacco alle Torri Gemelle, affronta da solo il mondo circostante alla ricerca dell'unica serratura che può venire aperta dalla chiave trovata tra gli effetti del suo defunto genitore. Il libro presenta intere pagine con fotografie, scritte a mano, scritte colorate, parole cerchiate di rosso come era solito fare il padre di Oskar, frasi battute a macchina l'una sopra l'altra fino a creare illeggibili macchie nere e tanto altro. Credo che non sia una lettura adatta a tutti, ma non mi sentirei mai di sconsigliarla perché è toccante e a suo modo inebriante.

Anche se la bara di papà era vuota, il suo ripostiglio era pieno. E dopo più di un anno odorava ancora di schiuma da barba. Ho toccato tutte le sue magliette bianche. Ho toccato il suo orologio figo, che non metteva mai, e i lacci di scorta per le scarpe da ginnastica che non avrebbero mai più corso attorno al laghetto. Ho infilato le mani nelle tasche di tutte le sue giacche (ho trovato una ricevuta per un taxi, la cartina di una barretta di cioccolato con il riso soffiato e il biglietto da visita di un commerciante di diamanti). Ho infilato i piedi nelle sue ciabatte, Mi son specchiato nel suo calzascarpe di metallo. Un uomo impiega in media sette minuti per addormentarsi, ma io non riuscivo a dormire neanche dopo ore, e mi alleggeriva le scarpe avere intorno le sue cose, e toccare quello che aveva toccato lui, e raddrizzare un po' le sue stampelle per i vestiti, anche se sapevo che non importava.

Come dicevo, “Un vampiro tra i limoni e altre storie” (Karen Russell) si è rivelato essere un'altra lettura semi-deludente. Sto già lavorando sulla recensione, ma essendo un libro di racconti – alcuni dei quali non ho ben capito – sto cercando di dedicargli più tempo. Ho amato molto lo stile dell'autrice, è poetico e scorrevole, quindi mi dispiacerebbe dare a questo libro un giudizio completamente negativo.

Attualmente sto leggendo uno dei miei cosiddetti libri da colazione, cioè i libri leggeri che si lasciano leggere facilmente anche quando si è mezzi addormentati.

Chi ama torna sempre indietro di Guillaume Musso, che ho comprato solo qualche giorno fa, tratta di Elliott Cooper, un sessantenne chirurgo di San Francisco che dopo aver salvato la vita di un bambino in Cambogia, riceve in dono dal capo del villaggio delle curiose pillole dorate che sarebbero in grado di esaudire il suo unico desiderio, ovvero: poter rivedere l'unica donna che avesse mai amato, morta trent'anni prima. Potrà Elliott cambiare il passato ed il corso del suo destino?

Solo qualche mese fa avevo letto “La ragazza di carta” dello stesso autore e non posso dire che ne fossi rimasta completamente rapita, ma mi era piaciuto abbastanza da desiderare di acquistare anche gli altri suoi libri man mano. Effettivamente io leggerei di tutto.

Tuttavia non si poteva cambiare impunemente il passato. Di quello era sicuro. Fino ad allora era riuscito a limitare i possibili guasti comportandosi come un semplice spettatore venuto dal futuro, ma se avesse cominciato a interferire nello svolgimento della sua vita passata, sarebbero certo sorte delle complicazioni. Ormai tutti conoscevano la teoria del caos e l'effetto farfalla. Per il meccanismo delle reazioni a catena, un avvenimento insignificante poteva causare una gigantrsca catastrofe: il battito d'ali di una farfalla in Giappone era capace di provocare un tornado in Florida. Gli restavano sette pillole. Si ripromise di non usarle.

Recensione: Amori impossibili e fragole con panna (Cynthia Ellingsen) (SteHale)

Titolo: Amori impossibili e fragole con panna
Titolo originale: The whole package
Autore: Cynthia Ellingsen
Casa editrice: Newton Compton
Pagine: 448
Prezzo: 8,42€ (per la versione rilegata), 2,99 € (ebook) su amazon

      Il mio voto:




Doris, Cheryl e Jackie sono amiche fin dai tempi del liceo, quando erano le ragazze più ambite della scuola. Ora, alla soglia dei quaranta, i loro sogni sono in frantumi: la dolce e timida Doris ha scoperto che suo marito la tradisce, Cheryl, spregiudicata donna in carriera, è stata appena licenziata, e Jackie è finita in miseria dopo aver dissipato in shopping e serate mondane l’eredità del defunto marito. Ma proprio quando tutto sembra perduto, da una folle serata a base di alcool e risate in un club di striptease nasce una grande idea: aprire il Sex & Fashion Restaurant, un ristorante dedicato alle donne, che potranno gustare piatti deliziosi serviti da camerieri molto sexy, molto gentili, e soprattutto… molto svestiti! Riusciranno Doris, Cheryl e Jackie a far decollare il loro business? Unire amicizia e lavoro può essere pericoloso. Così come aprire un locale piuttosto audace in una cittadina bigotta. Ma presto le tre amiche scopriranno che, correndo qualche rischio, il successo prima o poi arriva. E forse, chissà, anche l’amore…


                                            La mia opinione

Mi capita spesso di lasciarmi tentare dalle brochure pubblicitarie dei libri della Newton Compton, quelle in cui mettono la copertina ed il primo capitolo del romanzo. Anche questa volta ci sono cascata ed ho deciso di concedermi una lettura frivola, prima delle letture più impegnative che ho in programma per l'estate.
Cosa dire di questo libro?
Innanzi tutto io partirei dal titolo che, fino all'ultima pagina, mi sono chiesta cosa avesse a che fare con il libro. Ok per la parte degli amori impossibili che, tirandola per la cuffia, potrebbe anche trovare qualche riferimento nel testo. Ma le fragole con panna?! Nel libro non vengono nominate nemmeno una volta!
Molto meglio, come al solito, il titolo originale con il doppio senso "The Whole Package" (che tradotto diventerebbe tipo: l'intero pacchetto) che rende molto meglio l'idea del contenuto del libro.
Veniamo ora alla storia; cercherò di non essere troppo cattiva. L'idea di base è quella di tre donne sulla quarantina che, per un motivo o per l'altro, si ritrovano single e senza scopo nella vita. Dopo una serata in uno strip club maschile decidono di fare una follia: aprire un ristorante con camerieri in abiti succinti, rivolto ad una clientela prettamente femminile.
Tra mariti in crisi di mezza età, tiepidi spasimanti e tanti bei giovanotti (la maggior parte dei quali, sappiatelo in partenza, si rivela essere non esattamente etero) le tre amiche litigano, si riappacificano, litigano ancora e così via, per la maggior parte del libro.
La trama è poco consistente, non mi ha mai conquistata.
Anche i personaggi, li ho trovati poco credibili e molto stereotipati: la casalinga, la donna in carriera e la ricca (o presunta tale) vedova.
Come avrete capito, il libro non mi è esattamente piaciuto.
Unico aspetto positivo è che è un testo senza troppe pretese che si legge tranquillamente in un pomeriggio. Poteva avere tranquillamente due stelline abbondanti, ma il titolo totalmente sbagliato mi ha costretta a toglierne una in più, per protesta!



martedì 28 maggio 2013

Teaser Tuesday: Apocalisse a domicilio (Mocchan)

L'altro giorno ho fatto il madornale errore di accompagnare un'amica in biblioteca e, ovviamente, sono tornata a casa con un paio di volumi da aggiungere all'interminabile lista dei libri da leggere.

Uno di questi è 'Apocalisse a domicilio' di Matteo B. Bianchi, il libro in cui ho deciso di sbirciare insieme a voi per questo Teaser Tuesday. Devo ammettere che il romanzo mi è stato consigliato dalla suddetta amica e che non ne so molto nemmeno io; c'è da dire che me lo sono spesso trovata davanti, però, e che la bella foto di copertina era da sempre un forte richiamo. Come si dice, anche l'occhio vuole la sua parte, no?

Ho assolutamente aperto una pagina a caso (sono finita fra le pagine 86 e 87) e il paragrafo che mi è saltato all'occhio è questo che vi riporto:

"L'amore fisico è una coreografia di gesti e posture che i corpi codificano e conservano in qualche anfratto segreto della memoria. Fare l'amore con Michele è stato come ritrovare la strada di casa dopo anni di assenza. Qualche incertezza all'inizio, carezze imprecise di percorso. Il sondaggio del terreno. La sinfonia di movimenti che è seguita era invece un rituale perfetto, antico, del tutto vostro.

Unica variante, l'uso del profilattico, che Michele ha estratto dal comodino al momento giusto, senza bisogno di richieste. Allora non lo usavate: eravate una coppia stabile, monogama, poco più che ventenne, affamata dei reciproci corpi. Un decennio più tardi siete adulti con un passato individuale. Non vi fate domande, usate precauzioni."


Vi ha incuriosito almeno un po'?

Il quarto di copertina del volume, pubblicato da Marsilio, recita:

"A cosa dobbiamo credere e cosa no? E ciò in cui crediamo condiziona la nostra quotidianità?

Un giovane autore televisivo milanese, omosessuale e single, immerso nella routine massacrante del mondo dello spettacolo, riceve la predizione che nessuno vorrebbe mai: una sensitiva - tramite il fratello - gli pronostica due mesi di vita.

È questa l'apocalisse recapitata a domicilio al protagonista di questa vicenda: pur non sapendo se credere davvero alla profezia, una domanda comincia a ronzargli insistente nella testa: se fosse vera, cosa potrebbe fare nel tempo che gli resta per dare un senso alla propria esistenza?

La risposta prova a trovarla intraprendendo un viaggio sentimentale a ritroso tra Roma, la Sardegna, San Francisco, nel tentativo di ritrovare i grandi amori del suo passato.

Nel suo nuovo romanzo, coinvolgente e maturo, divertente e catastrofico, Matteo B. Bianchi narra una storia che mette un uomo di fronte ai sospesi della propria vita, di fronte all'amore nelle sue diverse e antitetiche declinazioni, di fronte alle domande che, persi nei nostri spicchi di realtà, preferiamo non farci.

Con la sua scrittura incalzante e personaggi vivi e pulsanti, B. Bianchi racconta – come sapientemente fa in ogni romanzo – l'epica quotidianità, perché ogni apocalisse, per quanto privata e piccola, si nasconde nelle pieghe di ogni giorno."

giovedì 23 maggio 2013

Recensione: Shades of London #1 Jack lo squartatore è tornato (Maureen Johnson) (Lady Draculia)

Titolo: Shades: Jack lo Squartatore è tornato
Autore: Maureen Johnson
Serie: Shades
Casa editrice: Chrysalide
Pagine: 396
Prezzo: 12,80€


Il mio voto:
 







Rory è appena arrivata a Londra dall’America per cominciare una nuova vita in una nuova scuola. Ma proprio il giorno del suo arrivo, un brutale omicidio sconvolge la città, tanto più spaventoso perché riconosciuto come l’imitazione del primo assassinio di Jack lo Squartatore, il serial Killer che nel 1888 conquistò con la sua efferatezza le cronache di tutto il mondo. La polizia è senza indizi e senza testimoni, ma ancora per poco: sarà proprio Rory a notare un uomo misterioso sul luogo del secondo, feroce delitto. Ma perché la sua amica, che era a fianco a lei, non ha visto nulla? Se è un fantasma quello che Rory ha visto, certo non è meno pericoloso di un omicida in carne e ossa: però richiede l’intervento di un corpo segreto di polizia, una squadra che aiuterà Rory a scoprire poteri che finora non sospettava di avere.


                                                                     La mia opinione

Well... Mi sono avvicinata a questo romanzo attirata dal titolo, lo ammetto. "Shades of London" ha un fascino innegabile e accostato al nome di Jack lo Squartatore diventa un'apoteosi di mistero e intrigo. E tutto si ferma lì XD
A parte gli scherzi, nel corso della lettura, per un bel po'  non succede nulla o quasi.  Poi si comincia a delineare il mistero di un assassino che prende il nome del famigerato incubo dell'Inghilterra del tardo '800, emulandone gli omicidi persino nei luoghi e nelle ore. E dopo?
Mmmm... l'idea di fondo è originale,  ma si perde in un'accumulo di stupidità e di demenza della protagonista: Aurora è insulsa, scialba e noiosa. 
Di solito quando un romanzo mi appassiona, lo leggo voracemente e velocemente, in questo caso invece ho avuto un blocco: al 73% mi sono fermata lasciando trascorrere quasi 13 giorni dalla ripresa... un finale "PUF". Letteralmente. Temo che l'autrice abbia perso una grande occasione. Non dico che sia scritto male o che vada del tutto cestinato, ma è stata una colossale astuzia utilizzare un riferimento storico di tale portata per creare aspettativa anche se verrà delusa e stroncata in breve tempo.  
Ho apprezzato l'accostamento paranormal della vicenda, ma mi ha fatto ridere a crepapelle la banalità del "friggere" i fantasmi con un cellulare, anzi, scusate, con il Terminus
Meglio un VERO thriller storico, credetemi. E se vi fidate di me, vi consiglio di passare oltre: ci sono un mucchio di altre bellissime storie e saghe che valgono il vostro tempo; se poi non avete nulla di meglio tra le mani allora ok, cimentatevi pure nella lettura di Shades of London, ma non dite che non vi avevo avvisati :P



mercoledì 22 maggio 2013

Personaggio del Cuore (Lady Draculia)

 
Mwuahuahauhau vi sono mancata eh? *ride nuovamente sarcastica* Ultimamente sono stata un pochino assente dal blog perchè mi sono arenata con il libro che stavo finendo di leggere (Shades of London), ma per fortuna ieri sera l'ho terminato e presto ne scriverò la recensione! Poi qui giovedì scorso c'è stata l'alluvione ed il fiume del mio paese è tracimato...non vi dico il disastro! Fango ovunque e acqua a fiumi! Casa mia, per fortuna, non ha subito danni, ma in pratica i garage non esistono più XD   Mi ripeto sempre che "poteva andare peggio".
Ad ogni modo, ora sono qui a proporvi una nuova puntata del  "Personaggio del Cuore":

In ogni libro che ho letto c'è sempre stato un uomo che mi ha emozionata e del quale mi sono letteralmente innamorata, ma anche delle grandi donne che mi hanno ispirata tanto e mi hanno persino aiutata a crescere, o coppie che mi hanno fatta tanto sognare..

oggi parliamo di Lestat
Chi è? Lestat di Lioncurt è un vampiro creato dalla mano di Anne Rice, protagonista della saga "Le Cronache dei Vampiri" e per descriverlo al meglio userò direttamente la descrizione che ne fa l'autrice:

"Sono il vampiro Lestat. Sono immortale. Più o meno. La luce del sole, il calore continuativo d’un fuoco intenso… ecco, potrebbero annientarmi. O forse no. Sono alto un metro e ottantasei, una statura piuttosto ragguardevole intorno al 1780, quando ero un giovane mortale. Adesso non sono tanto malaccio. Ho i capelli biondi molto folti che arrivano fin quasi alle spalle, e piuttosto ricci, che sembrano bianchi sotto la luce fluorescente. Ho gli occhi grigi, ma assorbono facilmente l’azzurro e il viola dalle superfici che ho intorno. Ho un naso piuttosto corto e sottile, una bocca ben modellata anche se un po’ troppo grande per il mio volto. Può sembrare maligna o estremamente generosa, la mia bocca. E appare sempre sensuale. Ma i sentimenti e le reazioni si rispecchiano davvero sempre in tutta la mia espressione. Il mio viso è molto animato. La mia natura di vampiro si rivela in una carnagione bianca e lucida, che è necessario rendere opaca con la cipria davanti alle telecamere e agli obiettivi in genere. E se ho sete di sangue divento orrendo… con la pelle incartapecorita e le vene che spiccano come corde sulle ossa. Ma ormai non permetto più che succeda. E l’unico indizio del fatto che non sono umano è costituito dalle mie unghie. E’ così per tutti i vampiri. Le nostre unghie sembrano di vetro. E certuni se ne accorgono anche quando non notano niente altro."
Perchè è divenuto personaggio del cuore? Lestat è un romantico decadente, un D'Annunzio, un grande Gasby dei vampiri, amante del bello in tutte le sue forme, un bohemien, innamorato degli umani e dei loro sentimenti, desideroso di trovare un'anima affine. E' felice di essere un vampiro, ma angosciato dal non essere più mortale e per questo, alle volte compie azioni assurde e pericolose. Il fascino che Lestat ha è qualcosa di magnetico e folle. Come il Dracula di Bram Stoker, anch'egli cela un cuore che sanguina, che si emoziona e che pulsa seppur viva da non-morto.
Sul grande schermo, questo personaggio poliedrico ha il volto del bravo Tom Cruise ne: "Intervista col Vampiro" e del bel Stuart Townsend ne: "La Regina dei Dannati".

E voi un bacio a due denti ve lo fareste dare? °W°

Il mio primo WWW Wednesday! (Mocchan)

Inauguro la mia partecipazione a questo bel blog con una rubrica (perché se c'è una cosa che adoro sono proprio i test, le rubriche, le liste, decisamente uno dei miei guilty pleasures!), sicuramente il primo appuntamento di una lunga serie con il WWW Wednesday!
Da nuova collaboratrice quale sono, vi rimando alla mia piccola presentazione infondo alla pagina dello staff e vi chiedo di scusare la mia cronica tendenza ad aggiungere dettagli totalmente irrilevanti ai miei post: ho pensato di lasciare le digressioni, almeno per questo primo post, in modo che voi lettori possiate farvi più o meno un'idea di me a tutto tondo, insomma.

Ora però partiamo, sotto con il WWW Wednesday!



  • Cosa stai leggendo in questo periodo?
Il libro che sto leggendo in questo momento è 'Atonement' (Espiazione) di Ian McEwan, opera che è stata trasposta in una fortunata versione cinematografica nel 2007, diretta da Joe Wright e interpretata da un cast favoloso (Keira Knightley, James McAvoy, Saoirse Ronan, Romola Garai, Benedict Cumberbatch, Juno Temple!!!). Come molti, credo, ho visto il film qualche anno fa e ora mi sto godendo il libro, su suggerimento di un'amica.

Tra l'altro, questo libro ha una storia abbastanza curiosa per i miei standard da lettrice patologicamente parsimoniosa (di base non acquisto; sfrutto biecamente la mia biblioteca comunale che, fortunatamente, è provvista di ogni ben di Dio!): la settimana scorsa ero in viaggio a Londra con un paio di amiche per qualche giorno di anticipate vacanze estive e, a metà settimana, mi sono improvvisamente ritrovata sprovvista di letture. Come dicevo, generalmente non compro molto, ma rimanere senza niente da leggere è sempre piuttosto sconvolgente! (Soprattutto se a casa si è circondati da pile di libri da leggere...) Così, sono partita per un'esplorazione letteraria con lo scopo di trovare, nei vari negozietti dell'usato, un libro intrigante e piacevole. (Cercavo 'One Day' (Un giorno) di David Nicholls perché voglio leggerlo da secoli ma non se ne trova una copia usata da nessuna parte.) (Sarò strana ma puntavo volontariamente a libri usati perché negli ultimi tempi ho sviluppato una malsana passione per loro!)

MA! Torniamo sulla retta via! Penso che tutti conosciate la trama di 'Atonement', anche solo per via del film, ma se così non fosse, eccovi il retro di copertina della mia versione Vintage UK:

On the hottest day of the summer of 1934, thirteen-year-old Briony Tallis sees her sister Cecilia strip off her clothes and plunge into the fountain in the garden of their country house. Watching her is Robbie Turner, her childhood friend who, like Cecilia, has recently come down from Cambridge.
By the end of that day the lives of all three will have been changed for ever. Robbie and Cecilia will have crossed a boundary they had not even imagined at its start, and will have become victims of the younger girl's imagination. Briony will have witnessed mysteries, and committed a crime for which she will spend the rest of her life trying to atone.

Per chi non masticasse l'inglese, vi riporto anche la trama della versione italiana, pubblicata da Einaudi:

All'età di tredici anni, in un caldo giorno d'estate del 1935, Briony Tallis sente di essere diventata una scrittrice. La sera stessa, accusando di un crimine odioso un innocente, commette l'errore che la segnerà per tutta la vita. Eppure la giornata era iniziata sotto i migliori auspici. C'era la commedia da mettere in scena, i cugini arrivati dal nord per trascorrere qualche tempo in casa Tallis, e da Londra era atteso l'amatissimo fratello Leon con un amico, industriale della cioccolata. Soltanto la sorella maggiore Cecilia impensieriva Briony, con quel suo misterioso rapporto che la legava a Robbie Turner, il figlio della loro donna di servizio.
Tutti i personaggi entrano in scena ma, nella commedia della vita, non ci sono prove prima della recita e ogni gesto assume un carattere definitivo. Presto, sarà troppo tardi per fermare la macchina dell'ingiustizia e la guerra arriverà a spazzare via il vecchio mondo con le sue raffinate ipocrisie.
  • Quale libro hai appena terminato?
Il libro che ho appena terminato si intitola 'Hallucinating Foucault', opera prima della scrittrice Patricia Duncker, pubblicato in Italia da Neri Pozza con il titolo 'Demoni e muse'.
Questo libro è uno dei miei preferiti di sempre e quella appena terminata è stata la mia seconda rilettura in lingua originale, dopo il primo folgorante incontro con l'edizione italiana. Che ci crediate o meno, non sono il tipo di lettrice che rilegge compulsivamente i libri che ha amato (anche se ultimamente mi sta capitando piuttosto spesso); il fatto è che avevo deciso di regalare la mia copia del romanzo e un'occasione del genere richiede un momento di raccoglimento, prendersi il giusto tempo per dirsi addio, credo.
(A margine, per i curiosi, un libro tanto importante va ovviamente in dono a una persona molto importante. Quando prima vi raccontavo del viaggio a Londra, mentivo; non si trattava veramente di vacanze anticipate, almeno non per me. La mia era una spedizione in piena regola! Lo scopo: assistere a uno spettacolo teatrale interpretato dal mio adorato Ben Whishaw (fatto) e incontrarlo all'uscita del teatro per lasciargli questo piccolo pezzo di me (fatto!).)
Siccome, come dicevo, il mio libro inglese non è più nelle mie mani, ho trovato la sinossi che più mi sembrava fedele all'edizione che era in mio possesso su Anobii e così ve la riporto:

“The love between a writer and a reader is never celebrated. It cannot be proven to exist.

Hallucinating Foucault is a love story, a mystery and a quest. It is a gripping tale of a mad writer, the glamorous, scandalous Paul Michel, enfant terrible of French letters and the reader who sets out to find him. The search begins in the archives of university libraries, enters the forbidden spaces of a French asylum, moves onwards into the storms of late summer in Provence and ever deeper into the labyrinth of memory.

Passionate and controversial, Hallucinating Foucault crosses the frontiers of gender and sexuality, explores the limits of madness and desire and affirms the boundless loyalty of a reader's love - it is a remarkable book that goes to the very heart of the creative act.”


Di nuovo, ecco di seguito anche il quarto di copertina italiano:
Un crepuscolo nebbioso avvolge, in questa giornata del 1993, l'Hôpital Sainte-Marie di Clermont-Ferrand, il più grande ospedale psichiatrico della Francia centrale. In una stanza vuota di quell'imponente massa di edifici al centro della città, tra l'odore acre di escrementi e disinfettanti, Paul Michel, l'ex enfant prodige della letteratura francese, magro, pallido, con le guance ispide, la maglietta che gli penzola molle e sporca contro il petto, gli occhi accesi, selvaggi, aspetta un suo giovane lettore venuto dall'Inghilterra.
Sono trascorsi nove anni da quella notte del 30 giugno 1984 in cui lo scrittore fu arrestato al cimitero Père Lachaise di Parigi. La polizia lo aveva trovato urlante, in lacrime, mentre scoperchiava tombe col piede di porco con cui qualche istante prima aveva fracassato il cranio, rotto il braccio e inferto ferite multiple al custode del cimitero, che aveva tentato di fermarlo.
Schizofrenia paranoide fu la diagnosi immediata del reparto psichiatrico del Sainte-Anne, in cui il vincitore del Premio Goncourt del 1976, l'autore di La Fuite e altri celebri romanzi tradotti in quasi tutto il mondo, fu ricoverato.
La vicenda ebbe un'eco enorme sulla stampa, che naturalmente non trascurò di alludere a un nesso tra la personalità di Paul Michel, scrittore omosessuale, e la sua follia.
Paul Michel ha, infatti, tutto ciò che può assicurare il plauso e il disprezzo: è un grande talento e, insieme, uno scandalo, un'eccezione. Un uomo che non si cura della propria fama, che si mette volutamente contro tutto e tutti, che sposa posizioni politiche provocatorie. Un uomo attraente e, tuttavia, sempre solo, senza famiglia, passato, legami.
In realtà, Paul Michel sa che in quella notte del 30 giugno ha violato le tombe del Père Lachaise perché il legame stesso della sua vita, il legame col suo demone e la sua musa, Michel Foucault, era finito per sempre. Foucault era morto. E perché darsi la pena di esistere se il proprio demone è morto? Perché poi ricevere uno stupido ragazzo inglese che si dice tuo lettore, se il tuo Lettore è morto?
Romanzo furibondo, doloroso, torbido e romantico sul confine che separa e unisce scrittura e lettura, follia e desiderio, sessualità e pensiero, Demoni e museha rivelato sulla scena letteraria internazionale lo straordinario talento di Patricia Duncker.

  • Cosa pensi leggerai dopo?
Dunque, cosa leggerò dopo? Èsempre un po' difficile mantenere fissa la lista di libri che mi propongo di leggere nell'immediato futuro; generalmente mi faccio una scaletta mentale che spesso e volentieri stravolgo seguendo i guizzi d'umore del momento..! Per ora, i candidati alla lettura sono tre, due già in mio possesso e uno che vorrei procurarmi a breve:

'The Book Thief' ('La bambina che salvava i libri') di Markus Zusak, di cui ho sentito parlare così tanto su Tumblr fino a convincermi che dovevo leggerlo anche io!
Here is a small fact. You are going to die.
1939. Nazi Germany. The country is holding its breath. Death has never been busier.
Liesel, a nine-year-old girl, is living with a foster family on Himmel Street. Her parents have been taken away to a concentration camp. Liesel steals books. This is her story and the story of the inhabitants of her street when the bombs begin to fall.
Some important information.
This novel is narrated by Death.
It's a small story, about: a girl; an accordionist; some fanatical Germans; a Jewish fist fighter; and quite a lot of thievery.
Another thing you should know:
Death will visit the book thief three times.

L'edizione italiana è edita da Frassinelli, di cui questo è il retro di copertina così come compare su Goodreads:
Fu a nove anni che Liesel iniziò la sua brillante carriera di ladra. Certo, aveva fame e rubava mele, ma quello a cui teneva veramente erano i libri, e più che rubarli li salvava. Il primo fu quello caduto nella neve accanto alla tomba dove era stato appena seppellito il suo fratellino. Stavano andando a Molching, vicino a Monaco, dove li aspettavano i loro genitori adottivi. Il secondo, invece, lo sottrasse al fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. A loro piaceva bruciare tutto: case, negozi, sinagoghe, persone... Piano piano, con il tempo ne raccolse una quindicina, e quando affidò la propria storia alla carta si domandò quando esattamente la parola scritta avesse incominciato a significare non solamente qualcosa, ma tutto. Accadde forse quando vide per la prima volta la libreria della moglie del sindaco, un'intera stanza ricolma di volumi? Quando arrivò nella sua via Max Vandenburg, ex pugile ma ancora lottatore, portandosi dietro il "Mein Kampf" e infinite sofferenze? Quando iniziò a leggere per gli altri nei rifugi antiaerei? Quando s'infilò in una colonna di ebrei in marcia verso Dachau? Ma forse queste erano domande oziose, e ciò che realmente importava era la catena di pagine che univa tante persone etichettate come ebree, sovversive o ariane, e invece erano solo poveri esseri legati da spettri, silenzi e segreti.

'Peter and Alice' di John Logan, ossia il testo della rappresentazione teatrale a cui ho assistito a Londra che, oltre a essere interpretata da attori magistrali (Judi Dench e Ben Whishaw nella parte dei protagonisti), ha il pregio di essere particolarmente interessante e toccante. Lo spunto per questo spettacolo è un fatto che unisce storia e letteratura: l'incontro realmente accaduto fra la donna che ha ispirato 'Alice nel Paese delle Meraviglie', ormai anziana, e il giovane (non più bambino!) che è stato il modello per 'Peter Pan'.
Il libercolo non è ancora stato pubblicato in italiano e temo non ci siano progetti di questo tipo in un futuro prevedibile, perciò mi vedo costretta e riportavi solamente la sinossi inglese che, fortunatamente, è piuttosto breve.
When Alice Liddell Hargreaves met Peter Llewelyn Davis at the opening of a Lewis Carroll exhibition in 1932, the original Alice in Wonderland came face to face with the original Peter Pan. In John Logan's remarkable new play, enchantment and reality collide as this brief encounter lays bare the lives of these two extraordinary characters.

Infine, 'La sovrana lettrice' di Alan Bennett, pubblicato in Italia da Adelphi. Non ho ancora deciso in che lingua lo leggerò ma ne ho visto l'edizione italiana proprio il week end scorso in libreria e mi sono lasciata ammaliare. In più, l'autore è lo stesso di 'The History Boys', spettacolo teatrale di cui ho visto la trasposizione cinematografica e una versione italiana a teatro, giusto qualche mese fa.
Di nuovo, la sinossi proviene da Goodreads:
A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d’Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. E in effetti è successo qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus della lettura a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali ripercussioni sul suo entourage, sui sudditi, sui servizi di sicurezza e soprattutto sui lettori lo scoprirà solo chi arriverà all’ultima pagina, anzi all’ultima riga. Perché oltre alle irrefrenabili risate questa storia ci regala un sopraffino colpo di scena, uno di quei lampi di genio che ci fanno capire come mai Alan Bennett sia considerato un grande maestro del comico e del teatro contemporaneo.

E siamo arrivati alla fine.
Se mi avete seguito fin qui, complimenti! Vi siete pienamente meritati una calda tazza di tè, con tanto di biscotti!

lunedì 20 maggio 2013

Welcome..e altre news

Ciao a tutti! scrivo queste righe per dare un grosso benvenuto alla nostra nuova collaboratrice, Morena . Da oggi "Il profumo delle pagine stampate" si arricchisce con un nuovo membro dello staff e, spero presto, due nuove rubriche/sezioni dedicate alle saghe ed ai libri in lingua originale. 

Il mese scorso vi ho parlato del libro "Le streghe di Salem" di Rob Zombie, da me promosso in quanto è riuscito a tenermi incollata alle pagine ed a disturbarmi. Purtroppo non ho ancora avuto modo di vedere il film (soprattutto al cinema, dal momento che Fiefiefifi non ama gli horror e si è rifiutata di accompagnarmi | NDF: se è per questo tu ti sei rifiutata di vedere Gatsby :D ptù), ma la mia amica Erica ha provveduto a scrivere un'ottima recensione sul suo Bollalmanacco del cinema. Devo dire che dopo tante recensioni negative, Erica mi ha convinta ad affrontare la visione di quello che non è un capolavoro ma pur sempre un horror degno di una visione (cosa che capita raramente con questo genere). Vi ho lasciato il link, fatele una visita e curiosate nel mondo della mia amica cinefila :)

In My Mailbox (Lady Draculia)

*-* sono su di giri! Oggi ho scovato un libro straordinario grazie alla svendita Fnac per cambio di società! Chi ha letto la mia biografia nella sezione "staff" sa bene che sono una Kindle reader dipendente e che per questioni di spazio, di soldi e anche di coerenza ecologica in nome del "salviamo gli alberi", sono passata agli ebooks senza alcun rimpianto, ma non ho potuto resistere dall'acquistare "La Saggezza della Contea" di Noble Smith
La contea, un posto incantato in cui la vita scorre serena secondo il ritmo della natura. Il Paese degli Hobbit, le creature più buone e felici inventate dalla fantasia di Tolkien. Uomini piccoli dal cuore grande, che hanno molto da insegnare a ognuno di noi. Prendendo spunto da "II Signore degli anelli" e "Lo Hobbit" (da cui è tratto il nuovo kolossal di Peter Jackson), Noble Smith ci spiega come anche le persone più piccole possono valere più di un Cavaliere di Rohan. Esplora temi cari a un Mezzuomo, come la gioia di chiudere una giornata con una birra fra amici, il valore di condividere il cibo, il gusto dell'amicizia pura e disinteressata, fino ad arrivare a temi profondi e universali: il coraggio, l'armonia con la natura e la lotta del bene contro il male. Come possono piaceri semplici quali il giardinaggio, lunghe camminate a piedi nudi e deliziosi pranzi in compagnia renderci molto più felici? Perché è tanto rivoluzionaria l'idea di invitare gli amici per il proprio compleanno e offrire loro regali anziché riceverne? E come possiamo "portare il peso del nostro anello del potere" senza esserne divorati? "La saggezza della contea" risponde a queste e a molte altre domande essenziali per la vita di ognuno; ci invita a sedere con gli Hobbit davanti a una birra, per rubare un briciolo di quella sapienza elementare ed eterna che ci può far vivere felici e sereni.

Su Amazon lo potete trovare QUI scontato del 15%, quindi a poco più di 12€. Ci sono riferimenti alle opere del sommo Tolkien, curiosità, puntualizzazioni e riflessioni a cuore aperto.

A me, tolkeniana D.O.C.G., questo piccolo tesoro non può che regalare un ritratto interiore. Io, hobbit-elfa-vampira-nana-strega mi ci ritrovo come riflessa in uno specchio. Acquistatelo per voi stessi, oppure regalatelo: ne trarrete solo tanta felicità!


Recensione: Miele (Ian McEwan) (SteHale)

Titolo: Miele
Titolo originale: Sweet Tooth
Autore: Ian McEwan
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 351
Prezzo: 17,00€ (per la versione rilegata) su amazon

Il mio voto:



Siamo nei primi anni 70. L'Inghilterra è in pieno fermento da guerra fredda. Serena Frome inizia a lavorare per l'MI5, un ramo dei servizi segreti britannici. Laureata a Cambridge in matematica, Serena ama la letteratura più dei numeri e le viene quindi affidato un compito inerente a questa sua passione. Sotto copertura, dovrà esaminare un giovane scrittore e capire se possa essere manipolato per scrivere racconti e romanzi apertamente contro il regime comunista sovietico.
Tutto si complica quando tra i due inizia a nascere un sentimento che porterà Serena a dover scegliere tra l'amore e la sua missione.


La mia opinione

Miele è il primo libro di McEwan che leggo. Sono stata spinta dalla curiosità per questo autore dopo aver visto il film Espiazione, tratto da un romanzo di McEwan.
Benchè la trama di Miele non mi invogliasse più di tanto, ho deciso di dargli comunque una possibilità.
Sin dalle prime pagine il libro mi ha letteralmente conquistata. La protagonista scrive e parla di se in prima persona, presentandosi al lettore con semplicità ed onestà.
E' stato facile immedesimarsi con certi suoi tratti caratteriali e con il suo particolare metodo di approccio alla lettura.


McEwan è un signor scrittore, il suo stile è fluido ed accattivante che non ha nulla da invidiare a certi suoi "colleghi" molto più famosi ed osannati di lui da pubblico e critica.
Non voglio dirvi troppo sulla trama perchè potrei trarvi in inganno. Il tema principale della storia è il lavoro di Serena presso l'MI5, ed in certe parti del romanzo ho trovato un essessivo fervore politico che mi ha spinta, proprio come usa fare lei stessa, a girare velocemente pagina dopo aver dato una rapida scorsa alle parole. Non lasciatevi scoraggiare se vi sembrerà che ad un certo punto la lettura diventi pesante, si tratta soltanto di poche pagine facilmente superabili.
Sul finale, proprio quando pensavo che il libro mi avrebbe delusa, nonostante un avvio entusiasmante, ho dovuto ricredermi ed inchinarmi al genio letterario dell'autore.

Ho ormai terminato la lettura da qualche giorno, eppure ancora sorrido nel ripensare alle ultime pagine del libro che hanno saputo stupirmi come pochi romanzi sono stati in grado di fare.

Consiglio assolutamente questo romanzo agli amanti di ogni genere letterario, non ve ne pentirete.

martedì 14 maggio 2013

Teaser Tuesday numero due della giornata! (fiefiefifi)

Ebbene, non ho resistito all'idea di scrivere un Teaser Tuesday io stessa, anche se sono in ritardo di dieci minuti... è passata la mezzanotte!

Ci sono diversi libri che devo o che vorrei recensire, ma anche troppe cose da fare. Senza contare che mia sorella - Nageki - continua a seguirmi per casa e dirmi che devo completare la biografia nella sezione staff (NDN: huuu che mostro di cattiveria mi fai sembrare XD) perché sono l'unica che non l'ha ancora fatto (ma non so cosa scrivere di me!).
Perciò perchè no? Buttiamoci su questo angolino del martedì.

Attualmente sto leggendo più di un libro. Ho appena terminato "La Figlia Segreta" di Shilpi Somaya Gowda e lo recensirò a breve perché merita. Verte su un argomento intenso, intreccia culture diverse e mi ha toccata nel profondo. Avevo cominciato "Il bambino che cadde sulla Terra" di Kathy Lette (di cui avevo già parlato nella rubrica In My Mailbox) ma, in vista dell'uscita del film il prossimo giovedì, non ho potuto non riprendere in mano la mia copia di "The Great Gatsby".

Per quanto riguarda le altre mie letture, sto procedendo a rilento con "Le Cronache di Narnia" perché non ho intenzione di leggere tutti i libri in un colpo solo. Inoltre sto leggendo un paio di libri che mi serviranno per la tesi: "Hemingway VS Fitzgerald: the rise and fall of a literary friendship" (Scott Donaldson) e "Festa mobile" (Ernest Hemingway). In poche parole, ho la testa piena di pagine di libri diversi.

Vi propongo qui un brano da "Il bambino che cadde sulla Terra" di Kathy Lette. Per il momento sembra un librino simpatico, è indubbiamente divertente ma talvolta l'umorismo risulta un po' forzato. La storia però mi appassiona, quindi appena terminato Gatsby, riprenderò subito in mano questo.

Ormai io e Merlin eravamo i protagonisti principali della nostra esclusiva serie medica in prima serata. Gli unici dettagli mancanti erano un bel trailer promozionale e un assegno di 60.000 sterline a puntata.
        Dopo che, all'età di quattro anni, Merlin iniziò a parlare, da quel momento non fece altro che continuare a chiacchierare come un fiume in piena. Le parole gli uscivano dalla bocca come automobili che andavano a ficcarsi in un ingorgo, una collisione di storie e pazzia che partiva per la tangente. Cercare di insegnare a Merlin qualcosa di pratico, come allacciarsi una stringa o lavarsi la faccia, era come provare a spiegargli la procedura di alimentazione di un reattore nucleare. Si limitava a fissarmi con un'espressione stupefatta. Tuttavia, all'età di cinque anni mi chiese se poteva avere un cucciolo di pidocchio, se fosse obbligatorio per i bruchi trasformarsi in farfalle, [...] Quando, all'età di sei anni, perse il suo primo dentino da latte, realizzò una presentazione in PowerPoint sull'ortodonzia primaria.

Questo paragrafo, anche se ho dovuto tagliarne un pezzo che avrebbe potuto dare ai più "sensibili" un'idea sbagliata dell'argomento, lascia comprendere perfettamente il genere del libro. Un romanzo divertente su una seria problematica: l'autismo. Sicuramente mi impegnerò a recensirlo appena terminata la lettura.

Ora veniamo a F. Scott Fitzgerald, per cui ho sviluppato una specie di ossessione dopo aver visto il film Midnight in Paris ed essermi innamorata di Zelda. Inutile dire (ma lo dico) che con l'uscita di The Avengers in seguito ho finito per prendere una sbandata per Tom Hiddleston, il Fitzgerald di turno.

Mi piace leggere i libri di Fitzgerald rigorosamente in inglese perché amo la sua poesia: quello che la sua penna ha saputo fare non si può chiamare semplice letteratura. Riporterò due passaggi in inglese, perciò mi scuso infinitamente con chiunque non riuscisse a comprenderlo (purtroppo non dispongo dell'edizione italiana di questo libro)

He hadn't once ceased looking at Daisy, and I think he revalued everything in his house according to the measure of response it drew from her well-loved eyes. Sometimes, too, he stared around at his possessions in a dazed way, as though in her actual and astounding presence none of it was any longer real. Once he nearly toppled down a flight of stairs.

___________________________________________________


"Who is he?" I demanded. "Do you know?"
"He's just a man named Gatsby." [...]
Something in her tone reminded me of the other girl's "I think he killed a man," and had the effect of stimulating my curiosity. [...]
"Anyhow, he gives large parties," said Jordan, changing the subject with an urban distaste for the concrete. "And I like large parties. They're so intimate. At small parties there isn't any privacy."

"The Great Gatsby" è un libro di una semplicità incredibile, ma che sa farsi amare e rispettare. I due passaggi che ho preso a caso non rendono l'idea, ritengo però che sia un libro imperdibile. Spero che la traduzione italiana sia altrettanto poetica.

Recensione: Vernice fresca (Antonio Grassi) (Nageki)

Titolo: Vernice fresca
Autore: Antonio Grassi
Casa editrice: Dornetti
Pagine: 486
Prezzo: 17€

Il mio voto:




Un fantasma aleggia sulla Terra: lo spettro della contaminazione biologica. La responsabilità della scienza è chiamata in causa nel quarto romanzo di Antonio Grassi che propone con Vernice fresca nuovi inquietanti scenari per il nostro futuro. Se infatti la scienza promette di regalarci utili e strepitose scoperte, è dai potenti della politica e dell'economia che deriva la scelta di una ricerca indirizzata al benessere di tutti, oppure alla catastrofe. Nel libro di Grassi la scienza in questione è la biotecnologia, promossa dall?immaginaria LgB (Life is good Bioresearch), "Moloch padano" di proprietà dei fratelli Tito, Lucio ed Elsa Zanica. A scatenare una sequela di eventi drammatici è la notizia di un presunto incidente di laboratorio occorso alla LgB con conseguente dispersione nell?aria di un virus altamente patogeno. La notizia viene diffusa dal gruppo ambientalista Gst (Gruppo salvaguardia territorio) e dal periodico La Tribuna, quotidiano del borgo a cinquanta chilometri da Milano, fotocopia di Crema, dove risiede il protagonista Duilio Cattaneo, uomo delle operazioni più delicate della LgB. L'intreccio della vicenda, ambientata nell'oggi, presto si rivela più intricato di un dedalo e più pericoloso del salto da un aereo senza paracadute; la trama si dipana grazie all'intervento di attori le cui vite si scontrano e si minacciano vicendevolmente. I personaggi del romanzo aggrediscono il lettore con l'ambiguità del loro essere reali, con tutte le ambizioni di potere, sesso, denaro, forse amore, e con gli scheletri nell'armadio caratteristici di un'umanità corrotta da più di un peccato originale e ansiosa di non essere risucchiata nell'oblio. Il tradimento arriva da chi ci sta molto vicino e l'omicidio è decretato da chi sta molto in alto.


La mia opinione
 
Vernice fresca è un thriller, un romanzo che delinea i contorni di argomenti delicati come la manipolazione dei virus, l'ingegneria genetica ed i rischi legati alla guerra batteriologica. Il protagonista, Duilio Cattaneo, lavora per la Life is good bioresearch, azienda solo in apparenza dedita a biotecnologie e genetica. L'incontro con Paola Ics, militante del gruppo per la salvaguardia del territorio, porterà Duilio a porsi ben più di una domanda in merito a ciò che avviene tra le mura dell'azienda per cui lavora. Ben presto verrà fatta luce sui loschi affari in cui è coinvolta la Life is good bioresearch, a partire dalla presunta dispersione di un pericoloso virus, fatto prontamente negato dai pezzi grossi alla guida di un colosso invischiato in questioni illecite.


Vernice fresca è un romanzo impegnativo, capace di penetrare gli anfratti più oscuri della mente umana e di ciascun protagonista delle vicende narrate. L'idea alla base del libro è buona, la scelta di sensibilizzare il pubblico (seppure in chiave romanzata) su tematiche tanto importanti quanto sottovalutate merita di essere presa in considerazione. L'ingegneria genetica è un argomento da non prendere sottogamba e gli eventi narrati tra le pagine del romanzo di Antonio Grassi ne sono una testimonianza.
Tuttavia, devo confessare che la lettura di questo romanzo non è stata affatto semplice e mi sento di consigliarlo in particolar modo agli amanti del genere. Essendo un thriller mi sarei aspettata una maggiore dose di suspance, un fattore che purtroppo viene a mancare poiché le pagine scarseggiano in quanto ad azione. A mio avviso la storia finisce con il divenire dispersiva, fin troppo ricca di descrizioni spesso superflue e ridondanti che spezzano il ritmo narrativo e poco hanno a che vedere con la trama, ad esempio:

"Aveva ripreso i giornali. La stanza della musica e della lettura si distingueva per le ampie finestre. Guglielmo aveva acceso l'impianto ad alta fedeltà -amplificatore Mcintosh, diffusori Klipsch - e inserito nel lettore Naim il primo Cd a portata di mano: Sinfonia numero 4 di Brahms con la Wiener Philharmoniker diretta da Carlos Kleiber. Si era accomodato sulla Frau Vanity Fair di pelle rossa"

La quasi totale assenza di dialoghi rende inoltre difficile l'immedesimazione del lettore nei panni dei tanti personaggi che oltretutto sono spregiudicati, freddi, calcolatori e permeati da un'aura di cinismo soffocante. A tratti sembra quasi che non ci sia alcuna via di scampo per l'umanità ormai lanciata senza freni verso la catastrofe.

In sostanza, il romanzo è sicuramente un'opera che merita di essere letta in modo particolare dagli appassionati del genere, dei thriller e dei complotti. Certo è che la trama necessita di un'attenzione costante, indubbiamente non si tratta di un libro semplice (così come le tematiche trattate).




Teaser Tuesday: Miele (Stehale)

Ecco il mio primo Teaser Tuesday!
Io leggo quasi esclusivamente in digitale e quindi mi viene difficile aprire il libro a caso e riportare un paragrafo.
Perciò ho pensato di farvi leggere il passaggio che mi ha più intrigata della parte del libro che ho già letto. Non rispetta alla lettera le regole della rubrica ma è l'unico sistema che sono, al momento, in grado di utilizzare.
Questa settimana ho iniziato a leggere Miele, romanzo di Ian McEwan.
La trama è questa: Serena Frome, una ragazza della borghesia inglese, nella prima metà degli anni settanta viene reclutata dai servizi segreti britannici che la coinvolgono in un programma segreto per combattere il comunismo. Tra letture di fascicoli ed appostamenti, Serena si scontrerà non soltanto con segreti e misteri ma anche con un nuovo amore.
Ed ecco a voi un piccolo estratto delle prime pagine del romanzo, un paragrafo che rispecchia in pieno il mio stesso modo di approcciare alla lettura di un nuovo libro!

"Leggere era il mio modo di non pensare alla matematica. Più ancora era il mio modo di non pensare. Ho detto che ero rapida, potevo assimilare un blocco di testo o un intero paragrafo in una sola scorsa. Si trattava di lasciare che occhi e pensieri si ammorbidissero come cera perchè la pagine ci rimanesse impressa. Con grande irritazione di ci mi stava intorno voltavo pagina ogni pochi secondi con un impaziente movimento del polso. Le mie esigenze erano elementari. Non badavo granchè a tematiche o felicità di stile e saltavo le descrizioni minute di tempo atmosferico, paesaggi e interni. Volevo personaggi in cui potessi credere, e volevo provare curiosità per ciò che avrebbero vissuto. In genere privilegiavo quando la gente si innamorava e disamorava, me nemmeno disdegnavo che si cimentasse con altro. Per quanto triviale, mi piaceva che prima della fine qualcuno dicesse "sposami". I romanzi senza personaggi femminili erano un deserto privo di vita."





domenica 12 maggio 2013

Recensione: Il bambino rubato (Abbie Taylor) (fiefiefifi)

Titolo: Il bambino rubato
Titolo originale: Emma's baby
Autore: Abbie Taylor
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 372
Prezzo: 16,92€ (su Amazon, 1 copia rimasta)

Il mio voto:




Il peggiore incubo di ogni madre è perdere il proprio bambino. Nella metropolitana di Londra, in una drammatica frazione di istanti, Emma piomba nel più terribile degli incubi. Le porte del treno si chiudono e suo figlio di tredici mesi rimane nel vagone che si allontana. Emma arriva in preda al panico alla fermata successiva e trova una premurosa sconosciuta con in braccio il bimbo, che si presenta come Antonia e convince Emma, ancora sotto shock, ad andare a bere qualcosa. Poi, nella confusione del bar Emma si sente frastornata, basta un attimo, ed ecco che Antonia scompare, e con lei il piccolo Ritchie. Emma non ha alcuna prova e la polizia non crede alla sua storia, anzi la accusa implicitamente di aver fatto del male al bambino. Come farà a dimostrare che suo figlio è stato rubato? Il bambino rubato è un romanzo adrenalinico e di pura tensione che unisce gli ingredienti classici della suspense con una vivida ambientazione contemporanea tesa a mettere in scena le paure quotidiane della vita in una grande città. Una storia sulla perdita e il senso di colpa, che penetra nei vortici dell'amore ossessivo, delle bugie e dei tradimenti, fino a esplorare gli aspetti più oscuri dell'animo umano.


La mia opinione
 Avvincente ed intrigante, “Il bambino rubato” è un thriller da leggere tutto d'un fiato. Personalmente ho divorato la prima metà in un pomeriggio ed il resto nei due successivi. Certamente una trama per nulla insolita, vista più volte sul grande schermo forse ispirata a “Changeling” di Clint Eastwood, uscito solo un anno prima rispetto al romanzo e proposta da numerosi scrittori. Tuttavia non mi permetterei di liquidare questo libro con eccessiva noncuranza.


Emma Turner, madre venticinquenne, si lascia tutto e tutti alle spalle in seguito alla nascita del figlio Ritchie. I suoi genitori sono morti, il padre del bambino vive in un altro continente, le amiche sono uscite dalla sua vita da tempo. In un momento di distrazione, Emma perde Ritchie - di tredici mesi - nella metropolitana di Londra, ma grazie all'aiuto di una donna riesce subito a ritrovarlo. Pochi sono gli attimi che trascorrono insieme, perchè Ritchie viene rapito senza lasciare alcuna traccia. Emma si ritrova in un vicolo cieco: la polizia si rifiuta di credere alle sue parole, addirittura l'accusa di avere fatto del male al bambino volontariamente. Solo un passante, incontrato il giorno della tragedia, sembra accogliere le sue suppliche, ma come potrà Emma dimostrare a tutti che suo figlio è stato davvero rapito?

Contrariamente ad alcune recensioni che ho letto per il mio incurabile desiderio di conoscere l'opinione altrui, ho trovato la parte iniziale del libro angosciante ed incalzante. Il romanzo è inframezzato da squarci sulla vita di Emma: il rapporto con la madre e la conseguente perdita di quest'ultima, le vecchie amiche e la relazione con il padre del bambino. La storia di Emma, seppur breve, è stata piena di dolore e delusioni. I flashback aiutano a comprendere meglio le reazioni della protagonista: la sua forza interiore - alimentata dalla disperazione e dall'amore per il figlio - nonché la sua debolezza, dettata dalla condizione di madre single.

Ammetto che per quanto necessarie ed interessanti, queste digressioni talvolta possano infastidire poiché spezzano il filo della narrazione e distolgono l'attenzione dal tema principale. Tuttavia, ritengo che accrescano l'interesse del lettore e lo spingano a non smettere di leggere. Forse sono proprio stati questi intervalli a stimolare la mia curiosità e a farmi aumentare il ritmo di lettura. “Dà la sensazione di essere sulle montagne russe.afferma il recensore di Closer Magazine, “Una gran lettura.

Scritto in maniera fluida e scorrevole, privo di inutili descrizioni, non richiede particolari riflessioni e si lascia leggere con piacere. Un romanzo che sa commuovere e che dovrebbe far riflettere chiunque, genitori e non, sulla pericolosità ed imprevedibilità delle persone che ci circondano nel mondo odierno. Un incubo che senza dubbio nessuno vorrebbe vivere e credo che l'autrice sia riuscita a trasporre perfettamente le paure che attanagliano tutti i genitori. La Taylor sa stimolare la sensibilità delle persone mettendo in scena la perdita ed i sensi di colpa di una madre a cui già da tempo era sfuggito il controllo della propria vita.