domenica 20 gennaio 2013

Proibito (Tabitha Suzuma) (Nageki)

Titolo: Proibito
Titolo originale: Forbidden
Autore: Tabitha Suzuma
Edizione: Mondadori (25 gennaio 2011)
Pagine: 353
Prezzo: € 13,60

Il mio voto:
(punteggio finale: 4.5/5)




Lochan e Maya sono fratello e sorella. Lui ha 18 anni, è chiuso e solitario; lei ne ha 16, è sensibile e molto più matura di quello che la sua età richiederebbe. La loro ragione di vita, la loro preoccupazione più grande, è prendersi cura dei tre fratellini minori, allo sbando da quando il padre li ha lasciati e la madre si è abbandonata all'alcool. Sempre insieme, sempre vicini, sempre più complici. Un legame che rischia di trasformarsi in un dolce sentimento e una fatale attrazione.


La mia opinione
Ho acquistato questo libro perché la trama mi ricordava quella di "Fiori senza sole", romanzo di Virginia Andrews che lessi da ragazzina, anch'esso incentrato sull'amore incestuoso tra due fratelli.
Anche Tabitha Suzuma ha deciso di trattare il medesimo argomento, un tema scottante e delicato, un tabù che induce la maggior parte degli individui ad esibirsi in manifestazioni di orrore e disgusto senza porsi alcuna domanda a riguardo. Ora, lungi da me imbarcarmi in una dissertazione sull'incesto prendendo una posizione, ma credo che in certi casi si debba cercare di scavare più a fondo ed andare oltre i più comuni preconcetti. A mio avviso, soprattutto dopo essermi imbattuta in questa lettura, sono fermamente convinta che ciascun caso necessiti di una valutazione a se stante, alla larga da facili generalizzazioni.

Lochan e Maya, proprio come i due protagonisti del romanzo della Andrews, sono due ragazzini costretti a crescere senza godersi la propria infanzia, vittime di una famiglia ormai a pezzi. Ormai da anni il padre ha abbandonato la famiglia per trasferirsi in Australia con la nuova moglie, lasciando Maya e Lochan ad occuparsi della casa e dei tre fratelli minori: Kit (13 anni), Tiffin (9 anni) e Willa (5 anni). E' un fardello pesante quello posto sulle spalle di due ragazzini costretti a dividersi tra casa e scuola, rinunciando alle uscite con gli amici ed assistendo alle fugaci apparizioni della madre alcolizzata. Ogni giorno la stessa routine, dalle alzatacce mattutine per correre a scuola (non senza aver lavato, vestito e preparato la colazione ai fratellini), per poi rincasare, riordinare casa, fare la spesa, seguire i più piccoli nello studio, cucinare e cercare di stare al passo con il programma scolastico. La vita non è mai stata clemente con Maya e Lochan, ma fratello e sorella ci sono sempre stati l'uno per l'altra, da sempre si sostengono a vicenda e la reciproca presenza costituisce la luce che rischiara anche i momenti più bui ed infelici.
Lochan è una sorta di baby-capofamiglia, tanto insicuro in mezzo ai suoi coetanei quanto determinato a tenere saldamente unito quel che resta del proprio nucleo famigliare, impedendo che i servizi sociali si accorgano della situazione, allontanando per sempre i fratelli. Maya è il sostegno di Lochie, sempre pronta a confortarlo e tranquillizzarlo, trascinandolo lontano dal pessimismo in cui sembra sprofondare giorno dopo giorno, impedendogli di scivolare nella disperazione offrendogli il suo amore.

Maya e Lochan sono fratelli, ma non solo. Sin dalla più tenera età hanno stretto un rapporto d'amicizia, di supporto reciproco e profondo affetto che con il passare del tempo è inevitabilmente cresciuto insieme a loro, fino a subire una trasformazione. Maya non è attratta dai propri amici e coetanei, ai suoi occhi troppo immaturi e superficiale. Costretta a vestire i panni dell'adulta troppo presto, Maya si sente pienamente compresa solo dal fratello, l'unico capace di percepirne i silenzi quasi fossero parole. Allo stesso modo Lochan dimentica la propria timidezza quando è in compagnia della sorella, l'unica a non giudicarlo, a non considerarlo un ritardato o una nullità, come sua madre non manca mai di fargli notare. Passano gli anni, le giornate si trascinano una dopo l'altra, punteggiate da tanti piccoli che gesti che fanno capire ai due fratelli quanto l'uno necessiti dell'altro, quando il sentimento di amicizia si sia pian piano tramutato in qualcosa di più forte e profondo.

E il mondo esterno? gli occhi altrui saranno capaci di vedere oltre, di scavalcare i pregiudizi e comprendere fino in fondo? sarà possibile per Maya e Lochan liberarsi dalla stretta della società, pronta ad etichettarli come malati senza sforzarsi di capire?

Una lettura caldamente consigliata, tenera e straziante allo stesso tempo, tanto che ritrovarsi con le lacrime agli occhi. E proprio come riportato in quarta di copertina, posso assicurarvi che una volta chiuso questo libro vi ritroverete a valutare la situazione sotto un diverso punto di vista.

giovedì 3 gennaio 2013

Sfida e proposito del 2013: leggere 100 libri

Navigando per la rete ho scoperto che uno dei miei propositi per questo neonato 2013 è stato trasformato in un'appassionante sfida ideata da Atelier dei libri, sfida alla quale ho prontamente aderito. Si tratta dell'occasione giusta per dimostrare il proprio insaziabile appetito per i libri, arrivando a leggerne almeno un centinaio entro la fine dell'anno. Certo, dovrò inserire anche i testi universitari e quelli necessari alla stesura della tesi, ma sempre di libri si tratta, no?


Per chi vuole cimentarsi in questa sfida, basterà seguire il link riportato poco sopra e mettersi subito all'opera. Dal momento che proprio oggi ho ricevuto il mio ultimo ordine e tre nuovi libri mi aspettano, credo sia giusto salutarvi ed immergermi nella lettura. Mi raccomando partecipate in tanti, male non può farvi, questo è poco ma sicuro!!

mercoledì 2 gennaio 2013

Tutta colpa dell'angelo (Christopher Moore) (Nageki)

Titolo: Tutta colpa dell'angelo
Titolo originale: The stupidest angel
Autore: Christopher Moore
Edizione: Sperling & Kupfer Editori
Pagine: 237
Prezzo: € 12,50

Il mio voto: 
 




Siamo in un piccolo villaggio californiano e Lena ruba un pino dal terreno del suo ex marito per farlo diventare un albero di Natale. Ma quando l'ex marito la sorprende, vestito da Babbo Natale e ubriaco, lei accidentalmente lo uccide. La questione si complica perché un ragazzino, che assiste all'"omicidio di Babbo Natale", esprime il desiderio di riportarlo in vita per non rinunciare ai doni. E il peggio viene quando l'angelo incaricato di realizzare il desiderio resuscita per sbaglio non solo Babbo Natale, ma anche tutti i morti del cimitero, ormai zombie... Una fiaba cattivella per chi si dichiara allergico al Natale.


La mia opinione
Parto con una premessa: io stravedo per Christopher Moore. Dite quello che volete, ma più il tempo passa e più mi innamoro di quest'uomo, il suo essere completamente fuori dagli schemi (di testa?) mi ha conquistata tanto che uno dei miei obiettivi per questo neonato 2013 è quello di acquistare e leggere tutti i suoi libri. Secondo, se avete acquistato questo libro per immergervi nella calda e festosa atmosfera natalizia avete commesso un errore madornale, ma lo stesso autore vi aveva avvertiti con un messaggio tra le prime pagine:

"Se state comprando questo libro come regalo per vostra nonna o per un ragazzino, sappiate che contiene parolacce, gustose descrizioni di cannibalismo e quarantenni che fanno sesso. Poi non date la colpa a me. Io vi ho avvisati".

Per quanto mi riguarda, sono bastate queste poche righe a convincermi, sebbene questo libro non raggiunga il livello di "Il vangelo secondo Biff", ma è comunque godibile e corredato da alcuni passaggi davvero esilaranti. Lo consiglierei a chi è già avvezzo allo stile di Moore, mentre per i neofiti suggerirei di iniziare dal sopracitato vangelo, una piccola perla in cui -tra l'altro- ritroviamo l'angelo Raziel, colui che è stato capace di ridestare i morti proprio sotto Natale. Ebbene si, Moore trascina il lettore in un'avventura natalizia inframmezzata da zombie appassionati di mobili prefabbricati svedesi, personaggi psicolabili, pipistrelli della frutta muniti di Ray-Ban rosa, angeli incapaci e conifere in fuga. Insomma, cosa chiedere di più da un libricino ben scritto e divertente, da gustarsi durante le feste, magari con una bella fetta di pandoro tra le mani??